Into the Box: Test VR per la valutazione della dislessia attraverso la realtà virtuale
Il primo prodotto consiste nell’implementazione dei test VR per la valutazione della dislessia e nella creazione di scenari innovativi che permettano agli insegnanti di comprendere meglio i problemi degli studenti dislessici.
L’implementazione dei test VR richiederà una conoscenza approfondita e completa dei test effettivi utilizzati in ambito clinico per la valutazione della dislessia e del suo livello. Sarà anche necessario capire se i test siano standardizzati in tutta Europa e quali test possano essere effettivamente riprodotti in VR. Queste analisi saranno condotte da un approccio interdisciplinare di ingegneri, medici e neuroscienziati, garantito dalla partnership di progetto.
Il gruppo target preliminare sarà quello degli studenti dislessici, mentre il secondario sarà composto da medici, psicologi clinici e dell’educazione e professori. I test implementati potrebbero essere considerati strumenti per la valutazione della dislessia nella routine clinica da utilizzare in coordinamento con la scala clinica standard. Inoltre, tutte le persone dislessiche, non solo gli studenti, potranno godere di questo approccio innovativo all’esecuzione di test di valutazione, soprattutto considerando i bambini. Sappiamo che la VR consentirà di aumentare il coinvolgimento degli utenti, portando a un’esecuzione più adeguata dei compiti. Inoltre, un gruppo di ricerca che coinvolge l’analisi della dislessia potrà beneficiare dei test VR e di un relativo algoritmo di apprendimento automatico per condurre un ulteriore studio incentrato su una completa identificazione delle caratteristiche tipiche della patologia e strategie mnemoniche compensatorie.
Infine, i beneficiari del terzo output saranno principalmente gli insegnanti (ma anche genitori, educatori, terapisti), e quindi gli studenti, poiché questo approccio consentirebbe di comprendere meglio le difficoltà dei dislessici, le strategie da loro adottate e come gli educatori li potranno aiutare.
Diversi studi hanno proposto test clinici in versione VR; tuttavia, al meglio delle conoscenze degli autori, tale approccio non è stato ancora intrapreso per la dislessia. Il principale elemento di innovazione è quindi rappresentato dalla traduzione in VR di test tipici somministrati nella routine clinica. La VR può aiutare a concentrare l’attenzione su altri aspetti meno esplorati del disturbo: tale approccio potrebbe consentire di standardizzare gli strumenti utilizzati in Europa per la valutazione del profilo della dislessia. Infine, un ulteriore aspetto innovativo è la collaborazione tra VR e gli algoritmi di apprendimento automatico per identificare gli indici più utili per l’oggettivazione della valutazione.
Possono essere ottenuti diversi benefici utilizzando la VR per la somministrazione di test di valutazione e la creazione di programmi specifici per gli insegnanti. Per esempio, l’interazione con un test in un ambiente immersivo potrebbe anche essere più intuitiva. Quindi, l’utente può godere di test più attraenti che permetteranno di migliorare l’impegno. La valutazione può essere eseguita più frequentemente rispetto alla routine clinica, permettendo di monitorare costantemente i progressi della dislessia e, di conseguenza, di personalizzare l’intervento specifico. La VR può avere un impatto positivo significativo nell’aiutare coloro che si impegnano con queste persone (ad esempio, genitori, educatori, terapisti, clinici) a sperimentare per primi le sfide che i dislessici affrontano dentro e fuori il contesto accademico. Infine, la VR e gli algoritmi di apprendimento automatico possono permettere di identificare gli indici che possono misurare il profilo della dislessia.
I test VR sono caratterizzati da scalabilità e trasferibilità che ne permetteranno la diffusione tra i gruppi di ricerca. I test VR implementati non sono solo specificamente indirizzati ad alimentare il BESPECIAL: infatti, possono essere considerati come risultati indipendenti. Inoltre, si può supporre che i test VR qui proposti possano rappresentare un punto di partenza per la riproduzione di test simili con facili modifiche utili per l’applicazione in altre patologie.